famiglia in bici

Se sei atterrato su questa pagina è perché sei anche tu alla disperata ricerca di idee su come allietare il soggiorno dei bimbi in montagna senza affaticarli troppo. Ti racconterò perciò la nostra esperienza in Val di Fassa, raccontandoti tutta la verità, nient’altro che la verità. Sì, perché ci sono cose che rifaremmo, altre invece alle quali forse rinunceremmo.

I giorni pieni che abbiamo avuto a disposizione sono stati 6 e abbiamo soggiornato nel centro di Moena, proprio a ridosso della piazza principale. Abbiamo scelto di dormire in appartamento per essere più liberi e avere più spazio. Una volta effettuato il check-in ci è stata data la Val di Fassa Card, che ci ha permesso di avere alcuni sconti, il più importante dei quali riguarda il Panorama Pass, ovvero un biglietto per accedere agli impianti dell’area della Val di Fassa, chiaramente. Se resti una settimana, puoi scegliere di fare un biglietto che copre 3 o 6 giorni. Noi abbiamo scelto la prima opzione. I bambini fino a 4 anni per fortuna non pagano.

PRIMO GIORNO: Cabinovia fino a Le Cune e Sentiero degli Animali

Il primo giorno di permanenza abbiamo scelto di trascorrerlo passeggiando nei boschi dell’Alpe Lusia. Una volta presa la cabinovia da Ronchi, a tre km da Moena, siamo saliti fino a Le Cune a 2200 metri di altitudine. Siamo rimasti a bocca aperta dallo splendido panorama che ci attendeva in cima. Da lì, abbiamo preso poi il sentiero degli animali, un percorso semplicissimo (se te lo dico io che sono la persona più sdatta del mondo, vuol dire che è davvero semplice!) grazie al quale i bambini possono divertirsi a rispondere agli indovinelli seminati tra gli alberi e scoprire quali animali abitano quei boschi. Nostro figlio si è divertito tantissimo e non si è stancato affatto. Al termine del sentiero abbiamo raggiunto il Rifugio Valbona, dove abbiamo pranzato e ci siamo riposati al sole. Il ristorante mette a disposizione delle sdraio per i propri clienti e poi c’è un’area vastissima piena di giochi di legno dove i bimbi possono divertirsi e trascorrere qualche ora.

Arrivata l’ora di tornare, siamo passati a fare un po’ spesa, poi doccia, cena veloce a casa e passeggiata in piazza. Quei giorni a Moena si festeggiava San Vigilio, per cui la città la città era ancor più viva grazie alla presenza di stand gastronomici e gruppi che suonavano della fantastica musica dal vivo. In uno degli stand abbiamo preso le tradizionali fortaie, chiamate anche strauben, ovvero delle frittelle a forma di spirale servite con della golosissima crema di nocciole o con i frutti di bosco. Una delizia!

SECONDO GIORNO: Pista ciclabile da Moena a Canazei

Questa è stata la giornata che ho preferito. Abbiamo noleggiato le bici elettriche alla modica cifra di 45 euro, un polmone e un rene l’una e ci siamo divertiti tantissimo a percorrere la ciclabile che collega la Val di Fassa alla Val di Fiemme. Un percorso fantastico, sicuro e che ti porta alla scoperta di panorami che ti lasciano a bocca aperta! Si passa accanto a piccoli torrenti, vallate e poi tutt’intorno pini e cime altissime. WOW! Solo dei brevi tratti sono per forza da fare su strada, ma poi è tutta ciclabile. Durante la passeggiata che ci ha condotto da Moena a Canazei, che sono circa 16 km, ci siamo fermati presso uno dei numerosi parchi avventura presenti in zona. Lì c’erano asinelli a zonzo, scivoli, altalene, giochi di ogni tipo. Abbiamo fatto merenda al chiosco e poi via dritti dritti verso Canazei, dove abbiamo consumato un pranzo veloce e di nuovo trascorso un’oretta in un enorme parco. Il ritorno ce lo siamo fatti di nuovo in bici, nonostante non fossimo per nulla allenati. Una volta riconsegnate le bici, abbiamo fatto merenda presso la pasticceria Reinhard con una bella fetta di strudel e una di sacher, centrifughe e succhi freschi.

La sera eravamo davvero cotti per cui siamo andati a dormire molto presto.

TERZO GIORNO:  Cabinovia fino al Buffaure e passeggiata fino a Malga Jumela / Pomeriggio all’Agritur Agua Biencia

Il terzo giorno di permanenza a Moena ci ha visti faticare, ma faticare parecchio! Avevo letto sul web che una delle camminate più belle e semplici da fare con i bimbi era quella che dalla cima del Buffaure, porta fino a Malga Jumela, una baita a conduzione familiare, dove è possibile accarezzare pony e vedere le mucche al pascolo, oltre che chiaramente fare un lauto pasto fatto in casa. Bene, curiosi di incamminarci nei sentieri, abbiamo raggiunto Pozza di Fassa e preso la Cabinovia che ci ha portati a quota 2050.  Dalla piana del Buffaure il panorama è magnifico e come in ogni angolo di montagna che si rispetti, anche qui non mancavano giochi per intrattenere i più piccoli.

Una volta fatto qualche giretto per ammirare il gruppo del Catinaccio e avvistare qualche aquila col binocolo, ci siamo incamminati verso Malga Jumela. Il sentiero è bellissimo, inizialmente in discesa, per poi risalire. Il primo tratto è un po’ faticoso, il terreno è dissestato, ci sono radici e ciottoli. Poi c’è una parte bellissima, dove si cammina tra casette tipiche di legno e pietra. Il problema è che si cammina molto e i bimbi poi si stancano, di fatti l’ultimo tratto di strada fino a destinazione Filippo lo ha fatto un po’ in collo al padre e un po’ in braccio a me.  16 kg di gnomo e ho detto tutto. Una volta arrivati, il nostro obiettivo era rifocillarci, ma non abbiamo pensato a come fare per il ritorno. Di ciò che abbiamo mangiato qui e nelle altre malghe in cui siamo stati te ne parlerò in un altro articolo, dove ti darò anche la mia opinione personale. Ti anticipo solo che questo posto a essere sincera mi ha un po’ delusa.

Una volta pranzato, noi carichi a pallettoni, chiediamo alla giovanissima ragazza che serviva ai tavoli: “senti ma, per tornare, si può percorrere la strada principale? Per noi rifare il sentiero risulterebbe faticoso con il piccolo.” E non eravamo solo noi a pensarla così, ma anche altre due famiglie con bimbi piccoli che erano lì a pranzo come noi. La ragazza, in tutto il suo candore: “Non preoccupatevi, prendete questa strada qui, dove passano pure le auto. Sono quattro tornanti, poi un breve sentiero vi riporterà al parcheggio della cabinovia. Io questa strada la faccio tutti i giorni quando stacco di lavorare alle 17.00”. Ecco, questa ultima frase mi ha rimbombato in testa per le successive tre ore. Io questa strada la faccio tutti i giorni! MA COME è POSSIBILE? Sarà che noi non siamo abituati, sarà che siamo partiti da lì già stanchi, ma il ritorno è stato una prova fisica da olimpiade. Le discese erano ripidissime e piene di ghiaia, non si arrivava mai e per concludere in bellezza ci aspettava un sentiero altrettanto ripido e scosceso. Il tutto sempre portando Filippo in braccio. Lo rifaremmo? Alla fine sì, perché sono zone bellissime, ma magari con i bambini più grandi anche perché poi si rischia che inizino ad odiare la montagna, come il nostro che da quel giorno ha deciso di non voler più andare per alcun sentiero e abbiamo dovuto tirar fuori tutta la fantasia in nostro possesso per rendere più allettanti le passeggiate.

Dopo la mattinata piuttosto movimentata, ci siamo diretti presso l’Agritur Agua Biencia, un posto magnifico, dove abbiamo potuto assistere alla mungitura delle loro mucche grigio bianche. Prima però abbiamo fatto merenda nella loro terrazza con una vista spettacolare sulle montagne e abbiamo provato le loro torte maestose, come la Foresta Nera, e il loro gelato artigianale prodotto con il latte delle mucche che allevano proprio nel terreno circostante, insieme a qualche tenerissimo alpaca. Poi, sempre nell’attesa, siamo stati nella loro piccola area giochi. Piccola sì ma la più bella vista durante la vacanza, con giochi di legno come il tris, scivoli e campanacci. Troppo carina! Arrivata l’ora della mungitura, siamo stati accolti da due ragazzi giovanissimi, Alex e David, che ci hanno raccontato come si svolge la loro giornata e ci hanno mostrato tutto il processo di produzione del latte. Tra le mucche c’era un vitellino che aveva 3 giorni, troppo dolce! Dopo aver munto le mucche, abbiamo assaggiato il latte appena munto e ce ne è stata donata una bottiglia da portare con noi a casa.

La giornata si è conclusa con una doccia e una pizza sotto casa.

QUARTO GIORNO: Ciampedie e Lago di Carezza

Il quarto giorno abbiamo sfruttato di nuovo il panorama pass per raggiungere da Pera di Fassa la piana del Ciampedie con la seggiovia. Eravamo a quota 2000 metri. Qui abbiamo voluto trascorrere una giornata in tutta tranquillità, senza mettere a dura prova la pazienza del più piccolo del gruppo! C’era infatti un sentiero, chiamato Nella Tana Dello Scoiattolo, che avremmo tanto voluto fare perché sarebbe stato molto divertente per Fili, ma lui quel giorno ha deciso che no, non ne voleva sapere di camminare. Per cui la giornata è trascorsa tra giochi e mangiate, presso la Baita Checco.

Nel pomeriggio, invece di tornare solo in seggiovia, abbiamo fatto un breve tratto a piedi e poi siamo scesi utilizzando gli impianti. Il pomeriggio ho voluto portare Luca e Filippo a conoscere il Lago di Carezza, dove io andai anni fa e dal quale rimasi assolutamente affascinata per il colore delle acque e per questo specchio che riflette il verde e le cime. Spettacolare. Lì si può tranquillamente utilizzare il passeggino.

La sera siamo andati a cena presso la Malga Peniola e poi a nanna.

QUINTO GIORNO: Passo Sella e rifugio Friedrich August

Il quinto giorno ahimè, non si sa come abbia fatto a beccarla, ma mi sono svegliata con la febbre a 39.5. E’ stata una giornata tostissima perché non volevo lasciare i miei uomini da soli, ma allo stesso tempo non avevo le forze per fare nulla. Eppure, ho tirato fuori tutta la grinta che è in me e ho deciso di continuare con l’itinerario che avevo pianificato. Abbiamo preso un passeggino da trekking a noleggio e siamo andati verso il Passo Sella con l’auto, per raggiungere poi a piedi il celebre Rifugio Friedrich August, dove vengono allevati bovini scozzesi e qualche yack.

Io penso di non aver mai faticato così tanto in vita mia. Troppo per una persona con la febbre altissima. Una volta giunti in cima, la vista sulla Marmolada avrebbe dovuto rianimarmi, invece no! Volevo solo sdraiarmi, mangiare qualcosa al volo e lasciare Filippo giocare. Invece no! Niente di tutto questo ! Il rifugio nel quale siamo arrivati, tanto decantato nei vari social e siti web, a me è parso un po’ snob, per nulla organizzato per accogliere i bambini. L’unico posto dove non ho trovato uno straccio di altalena e dove non erano in grado nemmeno di preparare una semplice pasta al pomodoro. Cari figlioli, se avete fame magnateve cervo e polenta. E zitti!

Il programma per il pomeriggio sarebbe stato fare un giro per Ortisei e mangiare lì, ma purtroppo siamo dovuti tornare perché io ero a pezzi.

SESTO GIORNO: Ortisei?

Il sesto giorno nell’itinerario che mi ero creata, sarebbe trascorso in un parco acquatico, eravamo indecisi se andare a quello del Camping Vidor o al Dolandoes. Questo lo scrivo per darti un’idea o uno spunto in più per il tuo di itinerario. Il nostro infatti nell’ultimo giorno di vacanza è andato a rotoli perché stavo ancora troppo male e non era il caso di tuffarmi in piscina. Abbiamo quindi pensato di raggiungere quel giorno Ortisei, dove eravamo stati e che ci piace sempre tanto. Ma ahimè, quel giorno doveva andare proprio storto, perché lungo la strada abbiamo incontrato un grosso incidente che dopo una coda di un’ora e mezza ci ha costretti a tornare indietro. Abbiamo quindi pranzato sulla strada verso la Marmolada e siamo poi tornati a Moena e fatto un giro sul trenino.

Ecco qua, questa è stata la nostra vacanza sulle Dolomiti, iniziata alla grande, conclusasi con qualche intoppo ma comunque bellissima. Avevamo proprio bisogno di stare insieme senza pensieri. Se il mio itinerario ti è tornato utile, ti invito a seguirmi su intagram @partiamo_con_marta dove troverai tante foto del nostro viaggio e tanti altri spunti!

A presto!

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